In una giornata storica per il tennis polacco e per la storia di Wimbledon, Iga Świątek ha conquistato il suo primo titolo sull'erba, annientando l'americana Amanda Anisimova in una finale a senso unico conclusa con il punteggio di 6-0, 6-0. La vittoria, ottenuta in meno di un'ora, ha segnato il primo "double bagel" in una finale femminile a Wimbledon nell'era Open.
La partita, che ha incoronato la sesta vittoria Slam in carriera per la polacca, è stata un'esibizione di potenza, precisione e controllo assoluto. Świątek, nota per il suo dominio sulla terra rossa di Parigi, ha dimostrato di aver compiuto passi da gigante anche sull'erba, un tempo considerata la sua superficie più ostica. La sua aggressività in risposta e il dritto devastante hanno messo in costante pressione Anisimova, che non è mai riuscita a trovare un punto di riferimento.
Anisimova, alla sua prima finale Slam in carriera, ha lottato con la tensione del momento, commettendo un numero elevato di errori non forzati. Nonostante il suo impressionante percorso nel torneo, che l'aveva vista superare la numero uno del mondo Aryna Sabalenka in semifinale, l'americana non è riuscita a imporsi contro la solidità e la mentalità vincente di Świątek. Il risultato riflette una differenza abissale di forma fisica e mentale tra le due giocatrici nella giornata decisiva.
Con questa vittoria, Iga Świątek non solo aggiunge il suo primo trofeo di Wimbledon alla bacheca, ma raggiunge un traguardo eccezionale: un titolo del Grande Slam su tutte e tre le superfici principali (terra battuta, cemento e ora erba), un'impresa che la colloca tra le più grandi del tennis moderno.
Per Anisimova, nonostante la delusione, il torneo rappresenta un successo personale e un'importante conferma del suo ritorno ai massimi livelli dopo un periodo di allontanamento dal circuito. Il suo percorso a Wimbledon 2025 la vedrà ritornare nella top 10 del ranking mondiale, segnando un nuovo inizio per la sua carriera.
La finale femminile di Wimbledon 2025 non sarà ricordata per l'incertezza del risultato, ma per la clamorosa dimostrazione di forza di una campionessa che, ancora una volta, ha saputo riscrivere la storia del tennis.