Naomi Osaka non potrebbe sentirsi più a suo agio, più a casa, di nuovo sul campo degli US Open. L'icona mondiale giapponese ha un legame profondo con questo torneo. Da bambina, visitava Flushing Meadows per osservare i migliori giocatori del mondo, e dieci anni fa, proprio qui, perdeva al secondo turno delle qualificazioni. Oggi, l'ex numero uno del mondo torna come due volte campionessa del torneo.
In una recente conferenza stampa, a Osaka è stato chiesto quale fosse il suo rapporto con l'evento. "Penso che questo sia probabilmente il mio torneo preferito e il più bello per me", ha dichiarato la numero 25 del mondo. Ha condiviso di avere tantissimi "ricordi davvero belli" legati al torneo, ma anche alcuni meno positivi, a dimostrazione della sua intensa storia con questo luogo. Per lei, gli US Open sono l'incarnazione di New York: "Molto rumorosi e affollati, ma anche molto speciali."
Il ritorno sul cemento e la nuova mentalità vincente
Il periodo tra il 2018 e il 2020, quando è diventata la "Regina di Queens" all'Arthur Ashe Stadium, ha segnato l'apice della potenza di Osaka, con le vittorie anche agli Australian Open nel 2019 e nel 2021. La sua affinità con il cemento è evidente, e i suoi successi lo confermano. Osaka è l'unica donna ad aver vinto gli US Open due volte negli ultimi undici anni. Di fronte a questa statistica, ha espresso sorpresa: "Non sapevo nemmeno che esistesse." Ha aggiunto che per fare bene a New York, deve imparare a ignorare il rumore e a concentrarsi sul dare il massimo, partita dopo partita.
Un altro dato che le ha dato una grande spinta di fiducia è stato l'aver riguadagnato una posizione in classifica sufficientemente alta per accedere al torneo come testa di serie, per la prima volta dal suo congedo di maternità nel 2023. Questo traguardo è stato il risultato del suo eccellente percorso al recente torneo WTA 1000 di Montreal.
La svolta di Montreal e l'intesa con il nuovo coach
A Montreal, lavorando per la prima volta con il nuovo allenatore Tomasz Wiktorowski, ex coach di Iga Światek, Osaka ha lanciato un segnale forte e chiaro. Ha eliminato ben quattro avversarie teste di serie, arrivando in finale, dove è stata fermata solo dalla giovane canadese Victoria Mboko. Ha definito il torneo canadese come la somma di tutto ciò che ha imparato dal suo ritorno in campo.
"Penso di aver sempre avuto il livello, ma forse mi mancavano la fiducia, la costanza e la serie di vittorie per mantenerlo", ha riflettuto. La vittoria in rimonta contro Liudmila Samsonova, in cui ha salvato due match point, è stata il momento chiave che le ha fatto "sentire che poteva farcela". La collaborazione con Wiktorowski, che lei descrive come un'enciclopedia del tennis, ha chiaramente rafforzato la sua fiducia e le sue prestazioni. Fisicamente, si sente "davvero bene", riuscendo a coprire il campo più velocemente, il che le toglie pressione e le permette di giocare con maggiore scioltezza.
Con una condizione fisica ottimale e una ritrovata fiducia, Osaka è pronta ad affrontare gli US Open. Il suo team adatterà il piano di gioco a ogni singola avversaria, il che le fa credere che questo sarà un torneo "davvero interessante".


